Agnolo Bronzino. «La dotta penna al pennel dotto pari», con una prefazione di Barbara Agosti, Roma, UniversItalia, 2012 (collana Monografie di Horti Hesperidum).
«Si è dilettato costui e dilettasi ancora assai della poesia» scriveva Giorgio Vasari a conclusione della biografia di Agnolo Bronzino, ricordando uno degli aspetti che rese eccezionale la figura del pittore fiorentino, inneggiato dai suoi contemporanei come «nuovo Apelle e nuovo Apollo». Il libro ripercorre la produzione lirica del pittore, indagandone le motivazioni al fine di ricostruirne il percorso e i significativi rapporti intrattenuti con Benedetto Varchi, Antonfrancesco Grazzini e i letterati dell’Accademia Fiorentina. Ambiente erudito che di certo lo ispirò nell’elaborazione di quel modello di ritrattistica “intellettuale” che gli è proprio, mirabilmente incarnato dalle effigi dei giovani Lorenzo Lenzi e Ugolino Martelli, e ancora di Laura Battiferri.
Antonio Geremicca (Crotone, 1983), laureato presso l’Università della Calabria, consegue nel novembre 2011 il Diploma di Dottorato in Storia delle Arti Visive presso l’Università di Pisa. Studioso di storia dell’arte moderna, indaga i rapporti tra arti e lettere nella Firenze del Cinquecento, focalizzando l’attenzione su Agnolo Bronzino poeta e ritrattista. Per l’anno 2011/2012 è borsista della Fondazione di Studi di Storia dell’arte Roberto Longhi per condurre delle ricerche sull’attività giovanile di Jacopino del Conte. È intervenuto all’École Internationale de Printemps (2010) e successivamente ha partecipato, scrivendo dei contributi, alle mostre Bronzino pittore e poeta alla corte dei Medici (2010) e Vasari, gli Uffizi e il Duca (2011).
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