DU CHOUL, Guillaume (1555)
Guillaume Du Choul, Discorso sopra la castrametatione et disciplina militare de Romani, con i Bagni, et essercitii antichi de Greci et Romani. Composto per Guglielmo Choul e tradotto in lingua toscana per messer Gabriel Symeoni, Lione, Rovillio, 1555
Guillaume Du Choul nel 1538 dedicava al re Francesco I il proprio trattato, ancora manoscritto, sulle terme e sui bagni dei Romani e sulle castrametazioni antiche. La sua pubblicazione avrà luogo nel 1555 a Lione, sia in latino che in italiano, presso l’editore Guillaume Rouillé, il quale avrebbe corredato il testo delle immagini già pubblicate da Fabio Calvo in Antiquae urbis Romae cum regionibus simulachrum(1532).
Il trattato di Du Choul illustrava le antiche consuetudini termali di età imperiale e dava conto, sulla base perlopiù di testimonianze letterarie e storiche (Cicerone, Galeno, Plinio il Giovane…), della magnificenza degli appositi edifici monumentali che erano arricchiti, oltre che di arredi funzionali, di ornamenti e opere d’arte di ogni genere, persino di capolavori pittorici e scultorei: un simile interesse antiquario dovette allora essere stimolato dalle iniziative del collezionismo di corte, in considerazione soprattutto di quello straordinario contesto di fruizione che era l’appartamento dei bagni voluto da Francesco I all’interno del castello di Fontainebleau.
Le antiche terme, sia pubbliche che private (le “stufe”), erano luoghi appositamente pensati per la cura e la purificazione del corpo, ma al loro interno esistevano spazi riservati più appartati che erano adibiti alle dotte conversazioni. Conversazioni che, come l’autore significativamente non mancava di sottolineare, vertevano anche su argomenti artistici. Du Choul non sarà l’unico, in quegli anni, a rispondere alla moda e curiosità del tempo: si ricordi l’umanista francese Pierre Gilles, il cui trattato De topographia Costantinopoleos, pubblicato solo nel 1561, conteneva pagine di estrema importanza sui capolavori di arte greca valorizzati all’interno di contesti termali.
In apertura della parte dedicata ai Bagni et esercitii antichi de’ Greci et de’ Romanitroviamo l’unico coevo elogio letterario che finora si conosca della Galleria di Francesco I a Fontainebleau. Du Choul vi riutilizzava espedienti descrittivi derivanti dalla tradizione letteraria dell’ecfrasi, che era tornata di moda tra gli scrittori francesi anche per effetto della eccezionale fortuna poetica di cui godettero le opere pittoriche di Leonardo (alcune delle quali, con tutta probabilità, si trovavano all’epoca esposte dentro il citato appartamento dei bagni). Nel testo di Du Choul entrano infatti in gioco i seguenti motivi: il confronto tra arte e natura, l’inganno della pittura, il superamento della grandezza di Roma antica (al punto che questa avrebbe addirittura potuto invidiare la moderna Fontainebleau), la maggiore durata della bellezza artistica rispetto alla naturale, il “sorriso” provocato nell’osservatore nel momento in cui questi, avvicinandosi alla pittura, si accorgeva dell’inganno della vista.
Claudia Cirillo
Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”
Bibliografia essenziale
- C. Eschenfelder, Der Ballsaal von Schloß Fontainebleau,
 Frankfurt am Main, Lang, 1999
- J. Cox-Rearick, The collection of Francis I: royal treasures,Antwerp, 1995
- C. Cirillo (a cura di), Guillaume Du Choul, in C. Occhipinti, Fontainebleau e la fama di Leonardo da Vinci. Il mito della “seconda Roma” nella Francia del Cinquecento, Roma 2011
- C. Occhipinti, Leonardo da Vinci e la corte di Francia. Fama, stile, ecfrasi, Roma 2011
pdf pubblicato il 30 maggio 2012
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