BIANCONI Giovanni Ludovico (1775)


Giovanni Ludovico Bianconi, Pitture antiche trovate nella Vigna Laureti a San Pietro in Vincola, in Antologia Romana, XLIV, 1775, pp. 350-352

Giovanni Ludovico Bianconi, nato a Bologna il 30 settembre 1717 e morto a Perugia nel 1781 sin dagli anni della giovinezza si dedicò con passione tanto allo studio della scienza e della medicina, quanto all’approfondimento delle belle arti e dell’antiquaria. Dopo aver concluso gli studi di retorica e di greco, all’età di diciannove anni si interessò alla medicina e nel 1741 conseguì la laurea di medicina e filosofia presso l’Università degli studi di Bologna. Fra il 1743 e il 1744 pubblicò la traduzione dell'allora classico trattato di anatomia di J. B. Winslow, Exposition anatomique de la structure du corps humain, ottenendo una tale notorietà nel campo della medicina che, grazie alle raccomandazioni di papa Benedetto XIV e della matematica Laura Bassi, nel 1744 venne chiamato dal principe vescovo di Augusta alla sua corte in qualità di medico personale. Dimorò in Germania per venti anni; nel 1750 da Augusta si spostò a Dresda, alla corte dell’Elettore di Sassonia. A Dresda soggiornò quasi continuamente, se si fa eccezione delle soste a Monaco e a Praga nel corso della Guerra dei Sette anni. Nel 1764 Bianconi accettò la carica di ministro di Sassonia presso la Santa Sede: si stabilì dunque a Roma e qui ebbe modo di dedicarsi allo studio dell’antiquaria, delle belle arti e dell’archeologia, senza trascurare le questioni di fisica e di medicina.

La molteplicità d'interessi lo portò a dedicarsi con impegno al giornalismo letterario. Nel 1772 si fece promotore delle Efemeridi letterarie, fu poi tra i promotori del Nuovo Giornale dei Letterati d'Italia, collaborò agli Anecdota litteraria, e attivamente alla Antologia romana, nella quale pubblicò numerosi articoli, firmandoli anche sotto lo pseudonimo di "Amatore delle belle arti". Le Efemeridi letterarie e l’Antologia romana furono i due periodici più diffusi e prestigiosi tra quelli pubblicati a Roma nella seconda metà del Settecento. Sulle pagine di queste due riviste, Giovanni Ludovico Bianconi, tra il 1775 ed il 1776, pubblicò tre articoli relativi alla scoperta degli ambienti sotterranei e delle relative pitture antiche della Domus Aurea, i cui resti erano allora erroneamente ritenuti facenti parte delle Terme di Tito. Questi ambienti erano stati riportati alla luce dall’antiquario romano Ludovico Mirri, il quale aveva ottenuto la concessione da parte del papa Pio VI Braschi di avviare uno scavo archeologico sul colle Esquilino, presso la vigna Laureti-Ceci. Dopo la chiusura del cantiere archeologico, nel 1776 Mirri pubblicò “Le Antiche Camere delle Terme di Tito e le loro pitture, restituite da Ludovico Mirri, delineate, incise, descritte dall’abate Carletti”, unitamente a sessanta tavole incise all’acquaforte che recavano il titolo “Vestigia delle Terme di Tito e le loro Antiche Pitture”.

In queste pagine l’autore descrive, analizza e commenta l’opera dell’antiquario romano esprimendo una serie di giudizi estetici dai quali sono deducibili i suoi principi teorici in fatto d’arte e di gusto.

Nel quarantaquattresimo numero dell’Antologia Romana, Giovanni Ludovico Bianconi pubblicò il primo dei tre articoli che egli intese dedicare al ritrovamento di “alcune camere quasi che sotterranee” sul colle Esquilino ad opera dell’antiquario Ludovico Mirri. Di queste camere egli descrive la forma, la struttura architettonica, ma soprattutto si dedica alla descrizione degli ornamenti pittorici e delle decorazioni in stucco che riemersero dalle tenebre nelle quali erano state avvolte per più di due secoli. Ricorda infatti Bianconi che questi ambienti erano stati già riportati alla luce una prima volta negli anni ottanta del XV secolo, divenendo subito meta ambita di appassionati, di curiosi ma soprattutto di artisti. Profondamente colpiti e affascinati dalle pitture antiche furono, sottolinea l’autore, Raffaello e Giovanni da Udine i quali ripresero gli schemi decorativi e le “grottesche” di tali pitture riproponendoli sulle pareti delle Logge Vaticane, in una veste tutta nuova, moderna ed “infinitamente superiore”.

 

Lara Sambucci (univ. di Roma "Tor Vergata)

 

Bibliografia essenziale.

- Bonora E., Letterati, memorialisti e viaggiatori del Settecento, Milano 1951.

- Emery L., Giovanni Ludovico Bianconi in Germania (1745-1764), in Studi e Memorie per la storia dell'Università di Bologna, XV, Bologna 1942, pp. 115-176.

- Gamba B., Notazioni  intorno alla vita e alle opere di Giovanni Ludovico Bianconi, in Operette scelte, Venezia 1824.

- Morandotti A., Giovanni Ludovico Bianconi. Un “connoisseur” tra Ancén Régime e età borghese, in La regione e l’Europa, viaggi e viaggiatori emiliani e romagnoli nel Settecento, a cura di Guagnini E., Bologna 1986, pp. 123-155.

- Occhipinti C., Piranesi, Mariette, Algarotti. Percorsi settecenteschi nella cultura figurativa europea, II, Roma 2013, pp. 27-35 e 73-79.

- Perini G., Giovanni Ludovico Bianconi. Scritti tedeschi, Bologna 1998.

- Roversi G., Il commercio dei quadri a Bologna nel Settecento, in L'Archiginnasio, LX (1965), pp. 462, 466 s., 479 s., 494-502.

- Sassoli E., Vita e opere di Giovanni Ludovico Bianconi, Bologna 1885.

 

Edizione a cura di L. Sambucci. Pdf pubblicato il 23 settembre 2013 (supplemento a Horti Hesperidum, III, 2013, 1-2). 

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