ALGAROTTI, Francesco (1776)


Catalogo dei Quadri dei Disegni e dei Libri che trattano dell’arte del disegno della Galleria del fu Sig. conte Algarotti, in Venezia, 1776.

Il Catalogo dei Quadri dei Disegni e dei Libri che trattano dell’arte del disegno della Galleria del fu Sig. conte Algarotti in Venezia fu pubblicato nel 1776, dopo la morte di Francesco Algarotti.

Vi si descriveva l’intera collezione di opere d’arte che il conte Francesco trasmetteva in eredità al fratello Bonomo, e che poi sarebbe finita nelle mani dell’unica erede nonché figlia di quest’ultimo, la contessa Maria Algarotti.

La collezione, costituitasi per iniziativa di Francesco, si sarebbe ancora arricchita, grazie al fratello Bonomo, di opere rare e particolarmente pregevoli, che il Catalogo si proponeva di rendere note al pubblico anche attraverso le riproduzioni a stampa. L’impresa non fu però realizzata, a causa della rapida dispersione della collezione. L’intero Catalogo, di cui riproduciamo i testo inserendolo nella biblioteca di Horti Hesperidum, risulta redatto da Giovanni Volpato, incisore, e da Giannantonio Selva, architetto.

Volpato, che realizzò la vignetta che precede il testo del Catalogo, era ben noto pure come collezionista antiquario e mediatore di antichità; egli aveva collaborato con la famiglia Algarotti che lo incaricò di incidere a bulino su rame i modelli delle statue che adornavano la casa del conte. Tali riproduzioni, volute da Bonomo Algarotti, furono spedite ai principi di tutte le corti nelle quali Francesco si era fatto conoscere.

La compilazione del catalogo di deve invece al Selva, in segno di riconoscenza nei confronti di Bonomo(«Grato egli alle cure della sua prima istituzione aveva avute il coltissimo conte Bonomo Algarotti, volle corrispondervi col dare giudiziosa disposizione ad una Raccolta che fu delle più doviziose ch’abbia veduto Venezia [...]» (Selva 1819, p.12), per rendere omaggio a Francesco, che era stato uomo «graziosamente modesto ed eloquente con tanta prontezza e chiarezza d’idee [...]» (Michelessi 1770, p.103).

Nella prima parte del Catalogo, ogni dipinto si trova descritto, secondo la sequenza afabetica che tiene conto dei nomi degli artisti, fornendosi alcuni essenziali cenni biografici insieme ad indicazioni sulla tecnica pittorica e sulle misure di ogni quadro. Si trattava in gran parte di opere realizzate da maestri veneziani, per lo più moderni e contemporanei, dei quali si indicavano le data di nascita e di morte. Un aspetto interessante della raccolta è che i quadri tenuti nella collezione privata non furono sottoposti a restauri conservativi perché così potessero mantenere intatta tutta la loro originalità; così il Milizia nel suo Dizionario delle belle arti del disegno, avrebbe spiegato questa intenzione: «[...] Che l’autore ritocchi la sua opera ancora fresca per correggerla e per accordarla è un dovere, ma metter mano nelle opere altrui insigni, alterate dal tempo, è un deformarle, il che è peggio che distruggerle. Un quadro disaccordato e guasto dagli anni se ritoccato da mano esperta per un momento farà buona comparsa, ma di li a poco diverrà peggio di prima perché le nuove tinte cambiano e discordano con le vecchie» (Milizia 1822, p. 200).

All’intero del Catalogo anche dei Disegni, viene data una breve indicazione delle principali scuole pittoriche: la Bolognese, la Veneziana e la Fiamminga. Si trattava di disegni di paesaggio, di studi di mani e teste, e di architettura e ornato, realizzati a sanguigna, biacca o carboncino  su carta tinta.

I disegni anonimi, non attribuibili, figuravano classificati sotto la categoria degli «Incogniti».

L’ultima sezione del Catalogo è quella dei Libri.

 

Lucia Antonelli (Università degli Studi di Roma “Tor Vergata)

 
Pdf. pubblicato il 5 marzo 2016.

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