Antonio Del Re, Dell’Antichità tiburtine capitolo V, a cura di Emanuela Marino, Roma, UniversItalia 2014.
Antonio Del Re, Dell’Antichità tiburtine capitolo V, Roma 1611 (volume disponibile anche nella collana Fonti e testi di Horti Hesperidum, a cura di Emanuela Marino, con una introduzione di Carmelo Occhipinti, UniversItalia, 2014)
Figlio di un mercante bergamasco, Antonio Del Re si dimostrò molto appassionato e dedito alla storia del suo territorio sin dalla giovane età, e divenne parte di quel circolo di letterati che alla metà del Cinquecento si riuniva sotto il nome di Accademia degli Agevoli, il cui fondatore ed ispiratore era stato l’arcivescovo senese Francesco Bandini Piccolomini, segretario del cardinale Ippolito II d’Este.
Il palazzo tiburtino dell’arcivescovo, visibile ancora oggi, divenne uno dei luoghi di riunione prediletti per i poeti, i musici ed i letterati membri dell’Accademia degli Agevoli, i quali nel salotto del prelato, così come nella magnifica residenza estense, leggevano le loro composizioni letterarie inneggianti alle nobili origini della città di Tivoli. Un Antonio Del Re allora giovanissimo partecipava a queste riunioni, «sebbene e di sapere e d’anni ero degli ultimi», come avrebbe lui stesso scritto, aggiungendo che «noi giovanetti pendevamo dalle bocche di quella famosissima scuola, come da oracoli, e particolarmente in cose che alla nostra città spettavano».
Ascoltando le discussioni degli accademici a proposito delle scoperte che avvenivano nei dintorni di Tivoli, oppure recandosi personalmente nei luoghi dove qualche contadino poteva mostrargli i resti di alcune “anticaglie”, Antonio Del Re alimentava così quell’intensa e costante passione per la storia e l’arte del suo territorio che lo portò a redigere i dodici volume sulle Antichità Tiburtine.
Il quinto capitolo delle Antichità, unico tra i 12 manoscritti a essere consegnato alle stampe, nel 1611, viene ora inserito nella Biblioteca di Horti Hesperidum, in modo da riunire, per la prima volta, i due libri riguardanti rispettivamente la Villa d’Este e le altre ville antiche del territorio circostante la città di Tivoli, seguiti da un breve saggio finale sulle acque del fiume Aniene, inserito al termine della trattazione.
Emanuela Marino (Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”)
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Il testo di Antonio Del Re (1611) è qui liberamente accessibile:
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