La «Cattura di Cristo» di Caravaggio in mostra nel Palazzo Chigi di Ariccia (14 ottobre 2023-15 gennaio 2024)
Il giorno 14 ottobre 2023 sarà finalmente presentata al pubblico, presso il Palazzo Chigi di Ariccia, la Cattura di Cristo di Caravaggio, nella sua più antica versione autografa, oggi di proprietà di Mario Bigetti, già in collezione Sannini, identificabile col dipinto per cui il Merisi ricevette un saldo di 125 scudi, il 5 gennaio del 1603, per conto di Ciriaco Mattei. Da questa versione derivarono tutte le repliche note, evidentemente posteriori, compresa quella della National Gallery di Dublino, da ritenersi non autografa, per quanto straordinariamente pregevole e ben più elegante, in un certo senso volutamente “ingentilita” rispetto alla prima versione.
Carmelo Occhipinti, che di recente si è riferito alla Cattura di Cristo di collezione Bigetti pubblicandone una riproduzione fino nella copertina del suo Dittico Leonardo Caravaggio (Roma, Monografie di Horti Hesperidum, 2022), ne è fermamente convinto. Le radiografie mostrategli da Bigetti non lasciavano dubbi. Della stessa cornice «nera rabescata d’oro» per la quale Caravaggio era stato pagato da Ciriaco Mattei, tuttora conservata insieme al dipinto, il maestro stesso aveva tracciato il profilo con la punta del pennello sulla tela ancora in lavorazione, dovendo mostrare tale profilo al falegname incaricato della realizzazione della cornice: la radiografia ne ha reso ben più evidente il tracciato, riemerso dagli strati di colore.
Uno degli argomenti proposti da Occhipinti a riprova dell’autografia e dell’anteriorità della Cattura Bigetti riguarda la piccola lanterna a soffietto fatta di carta cerata di cui Caravaggio doveva servirsi nel proprio studio, mentre lavorava, per mettere in atto certi accorgimenti di tradizione sostanzialmente leonardiana. Ebbene, il pittore copiò dal vero quella lampada, dello stesso tipo di quelle solitamente adoperate dai soldati sul campo di battaglia (se ne vede una, del tutto simile, raffigurata nella scena dell’Assalto alla fortezza vicino a Porta Camollia a Siena, nel Salone dei Cinquecento in Palazzo della Signoria, ad opera della bottega di Giorgio Vasari, del 1570). La carta cerata serviva a nascondere la fiamma e a filtrarne la luce. Nella versione Bigetti la fiamma è completamente nascosta; nella versione di Dublino, invece, la fiamma si alza irrealisticamente fino quasi a lambire la mano del soldato che la sostiene: il pittore che la dipinse, dunque, non la copiava dal vero. Certamente non era Caravaggio.
La mostra, curata da Francesco Petrucci, sarà visitabile fino al 15 gennaio 2024, nel Palazzo Chigi di Ariccia)
Bibliografia
Carmelo Occhipinti, Caravaggio e la tradizione leonardiana del “lume alto”, in «Horti Hesperidum», 2021, 2
Carmelo Occhipinti, Dittico Leonardo Caravaggio, Roma, Monografie di Horti Hesperidum, 2022
07.Occhipinti-HH 2021.2 Bembo_compressed