Le guide di Roma di Filippo Titi (1674-1763)
di Damiano Delle Fave
CONSULTA QUI Il TESTO DELLA PRIMA EDIZIONE (Titi 1774)
Il progetto «Titi online» propone la creazione di un portale web che permetta, attraverso l’apposito motore di ricerca xml, la consultazione delle sei edizioni raffrontate della guida romana di Filippo Titi (1639-1702), da quella del 1674 a quella del 1763, il cui testo costituisce una miniera di informazioni di interesse specificamente storico-artistico sulla Roma di età barocca, sulle vicende decorative che interessarono, tra Sei e Settecento, i suoi monumenti ecclesiastici, antichi e moderni, nonché sugli architetti, gli scultori e i pittori che vi lavorarono, ma anche sul lessico storico-critico e sulle fonti storiografiche cinque e seicentesche che Titi consultò, ricavandone informazioni e valutazioni svariatissime riguardo alla produzione artistica medievale, rinascimentale, manieristica e barocca. L’opera di Titi fornì a sua volta uno strumento estremamente prezioso agli storici dell’arte che se ne servirono dalla fine del Seicento in avanti. La taggatura del testo permetterà l’indicizzazione, nella forma normalizzata, di tutti i contenuti opportunamente esplicitati (toponimi, oggetti, artisti, fonti) inseriti nell’archivio testuale automatizzato che sarà reso liberamente accessibile.
L’archivio elettronico, di cui l’opera di Titi rappresenta il contenuto principale, è destinato ad arricchirsi di altre e numerose fonti storico-artistiche utilizzate da Titi: Giorgio Vasari (1511-1574), Romano Alberti, Gaspare Celio (1571-1640), Giovanni Baglione (1573-1643), Gasparo Alveri, Giovan Battista Passeri (1610-1679), Luigi Pellegrino Scaramuccia (1616-1680), Carlo Cesare Malvasia (1616-1693), Sebastiano Resta (1635-1714), Nicolò Pio (1673-1736) e Lione Pascoli (1674-1744), i cui testi sono tutti in corso di elaborazione elettronica per essere presto pubblicati nella biblioteca digitale di «Horti Hesperidum». Si comprenderà bene, ad esempio, in linea con gli studi svolti da padre Sebastiano Resta (che è stato fatto da noi oggetto di studi nell’ambito di un progetto SIR 2014), il contributo dato dall’abate Titi nella rivalutazione positiva di quegli artisti di secondo Cinquecento che Bellori, negli stessi anni, aveva pesantemente sminuito. Risalta inoltre dai testi di Titi la rivalutazione, ispirata a sentimenti antibelloriani, di Pietro da Cortona (1596-1669), condivisa da altri scrittori d’arte come Giovan Battista Passeri, Sebastiano Resta e Luigi Pellegrino Scaramuccia. L’edizione digitale e la relativa elaborazione in xml permetteranno non solo di risalire velocemente a tutte le informazioni sulle opere di pittura, scultura e architettura descritte da Titi, ma anche di ricontestualizzare tante informazioni nel panorama storiografico.
Edizioni consultabili: Studio di pittura, scultura e architettura nelle chiese di Roma (1674)
Bibliografia
Filippo Titi, «Studio di pittura, scultura e architettura nelle Chiese di Roma (1674)», introdotto e curato da Damiano Delle Fave, con un saggio storico di Carmelo Occhipinti, Roma, UniversItalia, 2019.