L'Oriente nel collezionismo
L'Oriente nel collezionismo. Atti del workshop (Frascati, Scuderie Aldobrandini, 13-14 dicembre 2010) a cura di Beatrice Palma Venetucci (Horti Hesperidum. Studi di storia del collezionismo e della storiografia artistica, II, 2012, 1), Roma, UniversItalia 2012 (ISBN: 8865072868)
Il progetto del workshop, nato dall’esperienza acquisita durante i lavori del Convegno “Arqueología, Coleccionismo y Antigüedad. España e Italia en el siglo XIX”, tenutosi a Siviglia nel 2004, in collaborazione con l’Università di Roma Tor Vergata, si contraddistingue per il suo carattere innovativo indagando un aspetto del collezionismo meno noto, ovvero quello delle antichità orientali, di cui si analizzano le diverse manifestazioni: dalla “camera delle meraviglie” di epoca rinascimentale e barocca fino al collezionismo del primo Novecento.
Il Workshop si è svolto nell’ambito dell’accordo di cooperazione interuniversitaria tra l’Università di Tor Vergata e quella di Siviglia, il 13 e 14 dicembre 2010 nel Museo delle Scuderie Aldobrandini di Frascati, in concomitanza con la Mostra “Il Fascino dell’Oriente nelle Collezioni e Musei d’Italia” allestita in occasione delle celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia.
All’incontro hanno partecipato numerosi studiosi italiani (M.P. Muzzioli, I. Della Giovampaola, G. Ghini, A. Palladino, G. Rocco, M. Bonanno, B. Cacciotti, M.G. Picozzi, S. Capocasa, C. Manetta, C. Benocci, A. Magagnini, M.G. Marzi, R. Carloni, L. Sist, A. Capodiferro, M. Mangiafesta, V. Sagaria Rossi, V. Colonna) e spagnoli (R. Olmos, T. Tortosa, P. Rodríguez Oliva, J. Beltrán Fortes, G. Mora, J. García Sanchez, T. Nogales Basarrate, J. Clemente Rodriguez Estevez), di competenze scientifiche assai diverse: archeologi classici, storici, numismatici, topografi, orientalisti, storici dell’arte, islamisti.
Il workshop, importante momento di confronto scientifico, ha messo tra l’altro in risalto le strette analogie nelle scelte tematiche di collezionisti italiani e spagnoli. Gli interventi hanno avuto anche lo scopo di associare i manufatti “orientali” alle diverse strutture sociali e culturali recuperando i diversi contesti di provenienza: oltre che l’Oriente vero e proprio, anche località del Lazio, importante crocevia di culture per l’importazione o rielaborazione delle antichità orientali in edifici di culto, domus, villae: Roma e il suburbio, Aricia, Nemi, Genzano, Lanuvio, Tusculum, Colonna (Labici), Marino, Praeneste, Grottaferrata, Tibur-Villa Adriana, contesti irrimediabilmente smembrati dagli scavi “non scientifici” e dispersi tramite il commercio antiquario nei vari Musei d’Europa.
Tra le novità più significative: la recente scoperta della testa di Artemide di Efeso alla Marmorata presentata per la prima volta da A. Capodiferro, l’analisi di una statua di Bes della collezione Verospi rintracciata da M.G. Picozzi al Fitzwilliam Museum di Cambridge, che pone interessanti interrogativi sulla sua provenienza rivelando strette analogie con la statua del Bes Barracco, rinvenuta in una villa di Colonna. Il proseguire delle indagini sulle tematiche orientali a villa Adriana condotte da B. Cacciotti suggeriscono nuovi interessanti aspetti della politica religiosa di Adriano. Le indagini topografiche di M.P. Muzzioli e I. Della Giovampaola, avvalendosi della documentazione archivistica e cartografica, rivelano importanti novità sul luogo di rinvenimento nell’agro lanuvino della stele dell’Arcigallo, oggi conservata ai Musei Capitolini.
(Notizia pubblicata il 15 settembre 2011)