SCANNELLI, Francesco(1657)
Francesco Scannelli, Microcosmo della pittura, Cesena, per il Neri, 1657
Uno dei testi più significativi della storiografia artistica seicentesca, ma nello stesso tempo uno dei meno studiati, è il Microcosmo della Pittura di Francesco Scannelli, edito a Cesena nel 1657 con dedica a Francesco I d’Este.
A leggere attentamente il testo di Scannelli fu Pietro Ercole Gherardi, uno dei curatori della Galleria Estense, autore, nel 1744, della Descrizione delle pitture esistenti in Modena nell’Estense Ducal Galleria, di cui è in preparazione un’edizione digitale per la Biblioteca di Horti Hesperidum. Per Gherardi il Microcosmo della pittura fu una fonte imprescindibile di notizie e, dunque, una sorta di vademecum del quale, secondo lui, si sarebbe servito anche Malvasia (“non crederò già io di far torto al concetto e stima che merita presso tutti lo scrittor forlivese, col riportarmi alla decisione d’assennati intendenti”, sottolineando come, appunto, il Malvasia nella sua Felsina Pittrice del 1678 “dispensandosi da tal impegno, trascrisse unicamente il saggio datone dal giudizioso Scannelli”).
Non mancarono però, da parte di Gherardi, critiche e appunti sul testo di Scannelli, a proposito per esempio di dipinti trattati non per esperienza diretta, oppure discussi molto superficialmente.
Gli ispettori della Pinacoteca di Dresda quando nel 1753 e 1757 pubblicarono il Recueil d’Estampes d’apres les plus célèbres tableaux de la Galerie Royale de Dresde, si documentarono accuratamente sul testo di Scannelli, soprattutto in riferimento alle tante opere provenienti dalla vendita estense del 1745: apprezzarono la minuzia di dettagli del Microcosmo, la ricchezza di particolari e le “belle descrizioni” dovute alla penna di Scannelli che “con molta esattezza ha osservata la galleria di Modena e datocene un giudizio il più delle volte assai giusto”. Anche del Recueil è finalmente disponibile un’edizione digitale per la Biblioteca di Horti Hesperidum.
Già però dopo due secoli, nei primi decenni del ‘900, il Microcosmo era già caduto nell’oblio. Al punto che lo storico Julius von Schlosser nella sua Kunstliteratur, non avendo letto il testo, si limitò a ricavarne le principali informazioni dai titoli dei capitoli.
In tempi più recenti, dobbiamo ricordare del Microcosmo due ristampe risalenti agli anni ’60 e ’80 del secolo scorso. Tra gli studi meritevoli di essere ricordati ricordiamo quello di Denis Mahon, pubblicato nel 1953 nel Journal of the Warburg and Courtauld Institutes, dove lo storico britannico ricavò attente osservazioni dalla lettura del Microcosmo, dopo avere tratteggiato un profilo biografico e critico dell’autore.
Nel 1989 Janet Southorn pubblicava l’articolo Power and Display in the Seventeenth Century, evidenziando il rapporto stretto tra l’esperienza storiografica di Scannelli e la vicenda del collezionismo estense, in relazione ai contatti tra lo studioso forlivese e Geminiano Poggi, soprintendente alla pinacoteca estense, al servizio di Francesco I d’Este.
Scarsissima attenzione fu rivolta allo Scannelli da parte di Johannes Winkler, nel suo saggio su La Vendita di Dresda (1989), dove maggiore interesse era rivolto nei confronti della figura di Gherardi.
Un utilizzo diverso del testo scannelliano ne fece, più di recente, Elizabeth Cropper nel suo articolo Ancient and Moderns: Alessandro Tassoni, Francesco Scannelli, and the experience of Modern Art pubblicato nel 2009: la scrittrice britannica, infatti, si serviva delle pagine di Scannelli per analizzare le opere della Galleria Estense.
Nel 2012 fu pubblicato l’articolo di James L. Huston su Francesco Scannelli and the Physiology of Style, dove lo studioso, dopo avere osservato che l’ostacolo più grande alla lettura del Microcosmo di Scannelli fosse “the impenetrable sintax”, si soffermava sul significato che Scannelli dava al termine “naturalezza”.
La presente edizione elettronica, disponibile anche in formato cartaceo stampato per conto di UniversItalia Editrice, a cura di Eliana Monaca, per la collana Fonti e Testi di Horti Hesperidum intende offrirsi agli studiosi come strumento di ricerca liberamente consultabile via internet.
Eliana Monaca (Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”
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