Cornice - § 1. Termine architettonico: «se vuoi fare chasamenti, pigliali nel tuo disegnio nella grandeza che vuoi, e abatti le fila. Poi campeggiali con verdaccio et con verdeterra o in frescho o in seccho, che sia ben liquido; e qual poi fare di biffo, qual di cienerognolo, qual di verde, quale in colore berrettino e, per lo simile, di quel colore tu vuoi. Poi fa’ righa lungha, diritta e gientile, la quale dall’uno de’ tagli sia smussata, che non s’acchosti al muro, ché fregandovi o andando su col pennello e col cholore non ti imbratterà niente, e llavorerai quelle corniciette con gran piaciere e diletto; e per lo simile, base, colonne, chiapilli, frontispizi, fioroni, civori, et tutta l’arte della mazonaria, che è un bel membro dell’arte nostra e vuolsi fare con gran diletto. E tieni a mente che quella medema ragione che ai nelle fighure de’ lumi schuri, così conviene avere questi, e da’ i casamenti per tutta questa ragione: che le cornici che fai nella sommità del casamento vuol pendere dal lato verso lo schuro in giù, la cornicie del mezo del chasamento, a meza la faccia, vuole essere ben pari e ughualiva, la cornicie del fermamento del casamento di sotto vuole alzare in su, per lo contrario della cornicie di sopra, che penda in giù» (Cennini, Il libro dell’arte [2020], pp. 127-128, cap. LXXXVII, «Chome si de’ colorire i casamenti in frescho e in secho»); «cornixe s’appelle en latin corona, ou cornices, qui veult dire couronement, ou rameau de edifice» (Sagredo 1536, c. 11v, citato in Occhipinti 2003, ad indicem); «[…] les vases sont de perles et rubis:/ et du perron les escompartimans/ sont enrichiz de tous vrays dyamans,/ tous les festoons, cyrages et cartouiches/ d’or de ducat ont chascune deux toiuches;/a l’arquitrave arcades et ballustre/Mille saphirs donnent merveilleux lustre,/ termes aussi pillastres et collomnes/ garnies sont de royalles couronnes […]; Il n’est couvert ny de plomb ny d’ardoise:/ les combles sont tous garnys de turquoise,/ et les chevrons, aussi les frontispisses: par tout y a autour des coronisses/ infinite de belles antiquailles» (sul palazzo reale di Francesco I, Chappuys 1543, c. 10v, citato in Occhipinti 2003, ad indicem); «Maintenant vous convient entendre que les cornices, frizes et architraves que j’ay faict tant de l’ordre tuscan, que du dorique, ionique, corinthien et composé, lesquelz vous trouverez devant les passages ou nostre Autheur en parle, ont tous leurs membres proportionnez selon le contenu de son texte, car je n’ay en aucuns lieux abuzé de licence voluntaire. Mais encores vous veuil je bien adviser que toutes les proportions des cornices proviennent et se tirent des Architraves: et entre autres choses la face ou liziere estant au mylieu d’iceulx architraves, correspond a une des faces de ladicte cornice ou les dentelures sont figurées et taillées: chose qu’il fault bien observer, encores qu’en aucunes cornices il y ait par foys des mansoles ou consolateurs: et en ce cas est requis prendre garde que l’on n’y face des dentelures ou canaulx: car ce seroit directement contrevenir aux preceptes de nostre Vitruve, qui le defend expressement» (Goujon 1547, citato in Occhipinti 2003, ad indicem); «E questo cognome deriva dalle facce e dagli spigoli che son quadri, perché ogni ordine di cornici o cosa che sia diritta overo risaltata et abbia cantonate è opera che ha il nome di quadro, e però volgarmente si dice fra gli artefici lavoro di quadro. Ma s'ella non resta così pulita, intagliandosi poi in tai cornici fregi, fogliami, uovoli, fusaruoli, dentelli, guscie et altre sorti d'intagli in que' membri che sono eletti a intagliarsi da chi le fa, ella si chiama opra di quadro intagliata, overo lavoro d'intaglio» (Vasari 1550, Introduzione alle tre arti del disegno. Architettura. Cap. II); «proiectura. Vitruvius. le larmier d’une muraille, la saillie d’une cornice» (Estienne 1552, citato in Occhipinti 2003, ad indicem); «coronice enrichie au possible» (Scève 1562, citato in Occhipinti 2003, ad indicem); «entablement, cornice» (Nicot 1606, citato in Occhipinti 2003, ad indicem); «frize en architecture, platte bande entre l’architrave et la cornice en laquelle s’entaillent aucunefois deux fueillages ou autres belles fantasies de demy bosse à fin d’enrichir la besongne, Zophorus» (Nicot, 1606, citato in Occhipinti 2003, ad indicem); «corniche, la plus haute partie et le dernier ornement d’une colomne, ou d’un bastiment. La corniche se mesure depuis la frise jusqu’à la cimaise inchisivement» (Furetière 1690, citato in Occhipinti 2003, ad indicem); § 2. Ornamento di quadro: «Item una testa de sancto Gioane evangelista con le sue cornise de ligname dorate e negre e la figura facta a olio, n. 1. […] Item uno quadro con megia figura de San Ioane Batista, facta a olio de mane de Bastianelo con la cornise dorate, n. 1. Item uno quadro de cristalo con Christo quando portò la croce con lo adornamento de cornise de nogara con certe marche dorate, n. 1 […] Item uno quadro intaiado, tuti li frisami e cornise e cimo, de mane de maestro Bernardino intaiadore, con li campi deli frisi canpidi de azuro oltramaro e la Madona che vano in dito quadro, mo in mane de maestro Iacomo Panizato depintore a conziare, el quale sono di mane de bigo Maciolino, n. 1» (Inventario delle gioie dell’Arcivescovo di Milano Ippolito II d’Este portate in Francia, 1535, in Occhipinti 2001); «Item doe tele grande con doe figure de done retrate dal naturale facte a olio de mane de Iacomo Palma da Venezia, con le cornice dorate e lavorate a l’arabesca con le sue coltrine de cendale carmesino, n. 2 […]. Item uno spechio grande de azialo con le cornice de nogara con certe marche dorate, n. 1» (Inventario delle gioie dell’Arcivescovo di Milano Ippolito II d’Este portate in Francia, 1535, in Occhipinti 2001); «Una tella depinta con uno papa Paullo cornisata de cornise de pezzo bianche. […] Uno San Giovan Battista in asse con le sue cornise adorate, cioè la testa […]. Uno quadro degli Inocenti in asse cornisato et adorato che gli manca uno pezzo de cornise di soto. Uno Christo alla passione con il vetro sopra rotto di sopra e cornisato de cornise de nogara. Una figurina de David ornata de collonelle e cornise de legnamo dorati in una cassetta adorata di dentro, e di sopra depinta de color rosso e bianco. Una tavoleta del Christo che pesca, in asse, colorita a oglio senza cornise et altro» (Inventario di guardaroba di Ippolito II d’Este, 1548, in Occhipinti 2001); «Nella cornice sopra i tre primi gran volti era scritto in lettere d’oro DONEC TOTUM IMPLEAT ORBEM, con molti crescenti di luna et imprese de Sua Maestà dipinte poi per i cieli di quei volti […] nella cornice sopra la porta era scritto in lettere d’oro CRESCAN ET TE STANTE VEDEBO. Nel meggio era l’arma di Francia, alla man destra quella della Regina et alla sinistra quella de monsignor di Rens» (Lettera dell’ambasciatore estense Francesco Maria Novelli al duca di Ferrata datata Reims, 25 luglio 1547, in Occhipinti 2021); «Un quadro di una Pietà dipinta con le cornice addorate» (Inventario dei beni di Ippolito II d’Este, 1550, in Occhipinti 2001); «[c. 159v] Enchiridion psalmorum, coperto di velluto morelo con la cornice a torno d’oro, con certe guarnizioni smaltate in una borsa di raso pavonazzo […]. Uno quadretto dipinto senza cornice, n. 1. Uno quadretto simille, n. 2. […] Uno quadro con la nave de Piero senza cornice, n. 5. Uno quadro con l’adultera senza cornice, n. 6. Uno quadro con gli nocenti con una cornice, n. 7» (Inventario dei beni di Ippolito II d’Este, 1555, in Occhipinti 2001); «Oltra che nel telaio dell’ornamento, riquadrato a quadri, intorno alle storie v'è una fregiatura di foglie d'ellera e d’altre ragioni, tramezzate poi da cornici» (detto di una delle porte del Battistero di San Giovanni a Firenze, Vasari, 1550, Vita di Lorenzo Ghiberti); «Aveva preso collera fra 'Bartolomeo con i legnaioli che gli facevano alle tavole e quadri gli ornamenti, i quali avevan per costume, come hanno anche oggi, di coprire con i battitoi delle cornici sempre uno ottavo delle figure; là dove fra' Bartolomeo deliberò di trovare una invenzione di non fare alle tavole ornamenti: et a questo San Bastiano fece fare la tavola in mezzo tondo, e vi tirò una nic[c]hia in prospettiva che par di rilievo incavata nella tavola, e così con le cornici dipinte a torno fece ornamento a la figura di mezzo; et il medesimo fece al nostro San Vincenzio, et al San Marco che si dirà di sotto al San Vincenzio» (Vasari, 1568, Vita di Bartolomeo della Porta detto Fra’ Bartolomeo); «diede il Rosso principio a una galleria sopra la bassa corte, facendo di sopra non volta, ma un palco overo soffittato di legname con bellissimo spartimento. Le facciate dalle bande fece tutte lavorare di stucci, con partimenti bizzarri e stravaganti e di più sorti cornici, intagliate con figure ne' reggimenti, grandi quanto il naturale, adornando ogni cosa sotto le cornici, fra l'un reggimento e l'altro, di festoni di stucco ricchissimi, e d'altri di pittura con frutti bellissimi e verzure d'ogni sorte» (Vasari 1568, Vita del Rosso Fiorentino); « E per tacere l'altre particolarità, è bellissima una stanza chiamata il Padiglione, per essere tutta adorna con partimenti di cornici, che hanno la veduta disotto in su, piena di molte figure che scortano nel medesimo modo e sono bellissime» (Vasari 1568, Vita di Francesco Primaticcio); «cornice del palco, qual è tutto di legname» (Vasari 1568, Vita di Agnolo Bronzino e degli accademici del disegno).
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